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Giorgia Zanuso. La geometria dell'infinito

Giorgia Zanuso. La geometria dell'infinito

Mostra personale dedicata all'artista ligure Giorgia Zanuso.


In Giorgia Zanuso (Finale Ligure, 1985) è racchiusa una sorta di “anima primigenia” che la porta ad interrogarsi sull'origine dell'esistenza umana, della vastità del cosmo e delle sue costellazioni, rappresentata dalla luce che scaturisce da una “ferita” ancestrale come la spaccatura di una roccia metamorfica, un taglio metaforicamente rappresentato dalla croce che nasce dall'incontro tra due filamenti illuminati da led, flucro originario della sua ricerca artistica.
Giorgia Zanuso ricostruisce l'armonia musicale e strutturale del cosmo, quella che si respira anche nel mondo naturale, facendo scorrere l'energia vitale sottesa ai suoi perenni mutamenti nella complessa articolazione spaziale dei suoi circuiti illuminati da led, strutturati secondo una precisa concatenzione matematico-geometrica nello sviluppo proporzionale dei segmenti, derivata dallo studio della sezione aurea nella geometria sacra o della sequenza di Fibonacci. Queste complesse articolazioni spaziali si trasformano, nella sua arte, in una rappresentazione schematica dell'infinità del mondo e della sua struttura, la sua personalissima ed inedita “geometria dell'infinito”.
Fin dall'antichità, il rapporto aureo, i solidi platonici e i poligoni regolari erano considerati metafora di bellezza ed armonia, testimonianza del rapporto tra Divino e Umano, tra l'universo e la natura, tra macrocosmo e microcosmo. L'artista li conosce bene, grazie alla laurea conseguita in architettura, e li utilizza moltiplicandoli nell'inestinguibile sviluppo delle sue conformazioni figurative composte da filamenti luminosi di led, utilizzati come moduli costruttivi in perenne evoluzione secondo rapporti matematici attentamente calibrati, diretta trasposizione delle strutture organiche esistenti in natura.
L'artista è un' “anima peregrinante” alla ricerca della dimensione più profonda dell'esistenza, si interroga sulla manifestazione di un principio creatore, ponendosi come tramite tra l'uomo e la conoscenza della vastità del mondo, che sfocia in una sua icastica proiezione schematica. L'ordine naturale dell'universo si riflette nell'evoluzione rigorosa di forme geometriche concentriche, ispirata a quella dei mandala tibetani, a loro volta simbolica rappresentazione dell'armonia che domina l'universo.
Già nella filosofia greca, nella concezione del cosmo di Pitagora il numero era considerato come entità simbolica suprema, elemento primoridale dal quale discende ogni altra realtà, secondo una rigida concatenazione matematico-geometrica che l'artista sembra ricostruire nell'evoluzione delle sue conformazioni compositive animate dalla luce fredda dei led; materiale moderno, di origine industriale che, attraverso una sorta di riduzione minimalista -come quella suggerita da Munari nel suo motto “semplificare è più difficile di complicare”-, riproduce forme archetipiche con millenni di storia nella cultura occidentale.
Nelle sue opere, dall'incontro centrale di due linee illuminate dai led, elementi primari dalla forte valenza simbolica di origine ancestrale, a formare una croce sfasata (come le sue iniziali “ferite”) parte l'evoluzione verso l'esterno dell'opera dei segmenti che la compongono, scandita da studiati rapporti proporzionali tra le parti. La Zanuso richiama così antichi concetti ontologici e cosmologici: dall'unità intelligibile di Platone, dalla quale deriva il molteplice sensibile, alla concezione della realtà di Aristotele come sintesi di un elemento particolare (i segmenti di luce, la “materia” di cui si serve l'artista) e di uno universale (la “forma”, la costruzione spaziale creata), in un perenne divenire, un'immanenza dove gli organismi passano continuamente dall'essere in potenza all'atto. I filamenti di luce, posti su una tela bianca vergine o incastonati in un sottile strato di plexiglass trasparente nelle ultime opere o semplicemente fili, metafora dell'intreccio delle relazioni umane, che compongono le sue costruzioni geometriche, si configurano come diretta proiezione dell'essere in potenza, naturale estensione della dimensione interiore dell'artista in perenne sviluppo, costantemente protesa verso una forma dinamica di sviluppo, dall'molteplice sensibile all'unità intelligibile (come direbbe Platone). Essi sono concepiti come spazio neutrale, simile al vuoto dello zen giapponese e dell'arte orientale, come dimensione dei possibili sui quali si sviluppano gli intrecci optical dalle forme archetipiche della Zanuso, che appaiono come sintesi di materia e forma in continuo divenire, metafora dello svolgersi delle infinite possibilità della vita nei suoi filamenti di luce. Seguendo il loro intrecciarsi, così come il susseguirsi di regolari campiture cromatiche che si sovrappongono giocando sulle cromie complementari dei suoi Sipari, si risale ad una verità universale, quell'essenza pura, rappresentata dalla luce, che i neoplatonici chiamavano “anima del mondo”, dalla quale discende l'intero universo sensibile, la realtà delle cose; ciò che per Platone era l' “idea suprema del Bene”, il Dio di Aristotele, inteso come motore o causa prima, la “Linea di Luce” dalla quale ha origine l'universo secondo la Kabbalà, entrando in uno spazio ricettivo e aperto, come avviene nell'evoluzione geometrica strutturata degli elementi spaziali luminosi della Zanuso all'interno delle tele o delle lastre trasparenti di plexiglass.
I Sipari svelano gradatamente il percorso dell'uomo verso la conoscenza dell'origine del mondo attraverso singole stratificazioni di esperienze. Seguendo il susseguirsi di regolari campiture cromatiche parallele che si sovrappongono giocando sulle cromie complementari, si risale ad una verità universale, rappresentata da uno spiraglio sottile di luce, quell'essenza pura che i neoplatonici chiamavano “anima del mondo”, dalla quale discende l'intero universo sensibile, la realtà delle cose.
Spetta a noi cercare di ricostruire l'armonia universale, svelare il mistero dell'esistenza, risalendo all'unità originaria che si cela dietro i percorsi delineati dalle opere della Zanuso.
L'artista ha esposto al Palazzo della Cancelleria di Roma, alla Fondazione Zappettini di Chiavari (Ge), all'inQubatore Qulturale di Venaria Reale (To) e alla galleria Biffi di Piacenza.

Guendalina Belli

  • Mostra personale dedicata all'artista cremonese Giorgio Tentolini che fa emergere i livelli di chiaroscurali dell'immagine dall'accurata sovraposizione di incisioni realizzate a mano su strati di materiali di origine industriale, impalpabili come il tulle
  • Da martedì a sabato 10-12 e 15-19
    Domenica su appuntamento.
    Lunedì chiuso.
  • 030 3758583
  • info@colossiarte.it
  • http://www.colossiarte.it/


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