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L’ESTINZIONE. OVVERO LA VITA OLTRE LA MORTE

L’ESTINZIONE. OVVERO LA VITA OLTRE LA MORTE

Mostra personale dell'artista Brunivo Buttarelli

Nell’ambito della mostra “ESTINZIONI. Storie di catastrofi e altre opportunità”, al MUSE fino al 26 giugno 2017, il parco su cui si affaccia il Museo si trasforma nello spazio espositivo d’eccellenza per le opere dell’artista Brunivo Buttarelli. L’iniziativa si colloca all’interno del progetto “MUSE en plein air”, progetto che porta negli spazi verdi del Quartiere Le Albere disegnato da Renzo Piano le esperienze di artisti che si sono misurati con il linguaggio scultoreo.
 
Pittore e scultore, scenografo e restauratore, ma anche paletnologo, da sempre affascinato dall’immaginario geologico e archeologico: sabato 10 settembre alle 17.00 il MUSE presenta il progetto scultoreo dell’artista Brunivo Buttarelli. Le sue opere abiteranno gli spazi esterni del museo per offrire una sorta di controcanto emozionale alla grande mostra Estinzioni. Storie di catastrofi ed altre opportunità, al MUSE fino al 26 giugno 2017.
Grandi sculture zoomorfe, ungulati, enormi pungiglioni, proboscidi lignee coperte dal ferro, carcasse che emergono dall’acqua o dalla terra, dettagli anatomici realizzati con rigore che si ingigantiscono e diventano architettura paleontologica: le numerose opere che trovano spazio attorno al MUSE e nel quartiere Le Albere si legano ai temi affrontati dall’esposizione del Museo delle Scienze, che si sofferma sui grandi periodi delle estinzioni di massa e la responsabilità dell’uomo nei confronti della vita degli altri esseri viventi, oltre che sulla sopravvivenza della sua stessa specie.
 
Esibisco opere – racconta Buttarelli - dalle sembianze fossili, frammenti ossei da pensare quali semi di nuova vita, affioramenti di carcasse di antichi e immaginari animali, che attraverso i passaggi imposti dal tempo giungono a noi e come in resurrezione tornano a parlare.  Mi piace immaginare questi esseri, alla loro nascita, alla loro vita, alla loro morte, al tempo che li ha sepolti e quello che li ha dissepolti e che in affioramento, quasi come in una resurrezione, tornano a parlare, rispondendo a domande sulla loro esistenza, sul loro cibo, sul clima, sull‘ambiente, con quali altri animali si associavano e in quale era”.
 
Scavare, scoprire e ricostruire: sono queste le dimensioni attorno alle quali si confronta l’artista, da sempre affascinato dal passato dalla dimensione simbolica del mito, ma anche dalla concretezza del reperto. Le sue sculture sono realizzate con materiale povero come il pioppo, la pietra, il marmo, il ferro ossidato, la juta, la carta, rievocano la preistoria e la paleontologia, ma sono ancorate agli spazi in cui si inseriscono, vengono vissute, abitate e scoperte in modo sempre diverso dall’osservatore.
 
 
La materia come il marmo e l’acciaio, il ferro e il legno, col legno e marmo, la resina, la carta, il racconto del tempo ciclico, del tempo archeologico, del tempo geologico e di quello paleontologico. L’esperienza fatta sul campo, attraverso la conoscenza dei materiali e degli strumenti del lavoro, attraverso la sperimentazione e la creazione di associazioni inconsuete. Il forte potere dell’immaginazione, della creatività, della fantasia: sono alcuni dei tratti salienti del percorso artistico di Buttarelli.
Una ricostruzione sottile, delicata e mai retorica delle alchimie che il tempo opera lavorando sui materiali, un’allusione al teatro, alla dimensione religiosa e alla classicità. Spazi magici, quelli che i visitatori potranno trovare nella mostra al MUSE, dove raccogliersi, concentrarsi e sognare ritrovando un po’ se stessi.
                                                
Come sottolineato dal curatore della mostra, Marzio Dall’Acqua, nel catalogo che verrà presentato al pubblico in occasione dell’inaugurazione: Buttarelli vuole che ci imbattiamo nelle sue sculture e ne veniamo sedotti, affascinati, mantenendo la stessa casualità con la quale i reperti si presentano con una imprevista incursione nel quotidiano. Sono sculture che richiedono la terra, devono essere posate sull’erba, immerse nell’acqua. Non tollerano teche o piedistalli. Svettano nell’aria, si torcono, si protendono o avviluppano, si aprono e chiudono”.
 
La costruzione delle opere risente anche della formazione dell’artista, che le immagina come immerse in una scenografia, disposte in modo quasi teatrale, per attirare lo sguardo ed essere protagoniste dello spazio. In questi nuovi, immaginifici ambienti la figura umana diventa parte dell’opera, viene inglobata, quasi assorbita da essa. L’osservatore si muove verso, intorno e dentro lo spazio, vivendo un’esperienza diretta ed esistenziale. Le grandi sculture di Buttarelli sono circondate da un senso di sacralità e mistero, di stupore che si riconnette con la sensazione di piccolezza provata dall’uomo nei confronti dei misteri della Natura. Con le sue opere, lo scultore, che per anni si è cimentato da dilettante di alto livello con l'archeologia e la paleontologia, si confronta con la “natura ansiosa” che abitiamo, con l'“etologia disorientata” e la precarietà come destino delle ultime generazioni.
In quest’occasione l’artista, che sarà presente, racconterà, insieme al curatore della mostra, Marzio Dall’Acqua, la poetica che circonda le grandi sculture di legno, frammenti ossei e ferro che sono già diventate parte integrante dell’esperienza di visita al museo.
 
La mostra è un’importante tassello dell’attività espositiva del MUSE – spiega il direttore Lanzinger – che da sempre si pone come spazio di discussione aperto alle più differenti contaminazioni: un luogo dove arte e scienza si intrecciano per stimolare l'attitudine mentale aperta alle differenze e lo sviluppo di una attenta consapevolezza del proprio ruolo di responsabilità nel mondo. Entrare in contatto con la ricerca artistica di Brunivo mi è apparsa subito come una fortunatissima opportunità per il nostro percorso di tessitura di sensibilità e metodi di interpretazione diversi. Una grande mostra dedicata ai cambiamenti degli ecosistemi causati dalle estinzioni che si ritrova nella trasfigurazione di frammenti fossili quasi spiaggiati sul grande prato del Muse e del vicino parco delle Albere. Un’occasione per rimarcare quanto, promuovere cultura, è anche contaminare e mettere in contatto diversi linguaggi. Con grande empatia, le opere di Brunivo Buttarelli sostengono questo nostro percorso in modo alto ed esemplare.     
 
BRUNIVO BUTTARELLI
Nasce nel 1946 a Casalmaggiore (CR) dove vive e lavora. Si diploma nel 1968 all'Istituto”P.Toschi” di Parma dove, dal 1971 al 1990 è chiamato ad occupare la cattedra di Tecniche Pittoriche Murali. In questo periodo lavora prevalentemente come restauratore di pitture murali e affreschi, e impegna molto del suo tempo nello studio e scoperta dell'archeologia. Fonda il C.C.S.P. (Centro Casalasco di Studi Paletnologici). Rileva e indaga aree antropiche nel territorio fra il fiume Oglio e il Po. Collabora con il Museo Tridentino di Scienze Naturali, realizzando stratigrafie, planimetrie e disegni in molti scavi in Italia Settentrionale. Nel 1986 inizia l'attività di pittore e scultore scenografo al Teatro Regio di Parma, incarico che dura sino al 1991. In questi anni matura un rapporto di conoscenza e famigliarità con le materie prime e ne subisce profondamente il fascino. Nel 1990 interrompe l'attività didattica per dedicarsi completamente alla propria ricerca scultorea.
Riaffiorano così tutte le esperienze fatte nel campo, l'imprinting nella manipolazione dei legni che risale agli anni di bottega con il padre, falegname, le conoscenze con le resine e le cere, accumulate al tempo del restauro. All'immaginario geologico, paleontologico e archeologico, originati dagli studi e dalle ricerche sul campo, si uniscono le conoscenze della pietra, del ferro, della carta. Gli anni di pratica con lo spazio teatrale, la didattica e il restauro, costituiscono le garanzie artigianali di fondo, la struttura febbrile del suo genio creativo.
Ha partecipato attivamente a numerosi convegni e simposi nazionali e internazionali. Numerose sue opere sono in musei, in collezioni pubbliche e private.



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