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UVA ENANTIO

UVA ENANTIO

In origine la vite era una pianta selvatica, quasi una liana che viveva nei boschi e per svilupparsi si arrampicava sugli alberi, avvolgendoli coi propri tralci. Poi venne addomesticata dall’uomo, che la portò fuori dalla boscaglia. Per consentirle di adattarsi al nuovo ambiente, i primi coltivatori la fecero crescere accanto a degli alberi, in modo che potesse conservare un po’ della sua indole selvaggia. Poi si passò a coltivarla tra i filari: l’addomesticazione era ormai conclusa, anche se, lasciandola fare, tende tuttora a ritornare selvatica. Di quelle viti antichissime si è conservata poca traccia, ma nella Terradeiforti, il tratto di Valdadige al confine fra le province di Trento e Verona, c’è qualche bell’esempio delle arcaiche viti lambrusche, le vigne dei boschi: è il caso dell’enantio (si legge alla latina: enanzio). Si riconosce per la foglia seghettata, frastagliata. Dà vini rossi corposi, scuri di colore, succosi di frutto, speziati, che a mio parere affrontano bene anche un breve invecchiamento. Vini che sanno di storia.
Angelo Peretti