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PIÙ LUCE! | MASCHI – PURE QUESTO È AMORE

PIÙ LUCE! | MASCHI – PURE QUESTO È AMORE

Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità. Questi versi di Ungaretti forse basterebbero a riassumere la missione di “Più Luce! 2024”.

Ma si sa, a noi piacciono le parole, non tanto per spiegare, quanto per raccontare e raccontarci.
Partiamo forti e dritti, in solo apparente contrasto con la fragilità appena citata, per sottolineare la necessità proprio di quella presenza, senza timore di apparire altisonanti o, peggio ancora, sgraditi a qualcuno.
Il dibattito è aperto ma, per carità, che si legga bene il messaggio e il verso, mai come quest’anno.
Cosa sta facendo l’uomo nella copertina, si chiederanno alcuni di voi, soprattutto quelli che ancora non ci conoscono.
Un amico (maschio, che legge poche poesie ma ama le rose…) che in anteprima ha visto l’immagine e che di immagini ne capisce parecchio, mi ha detto: “molto efficace però occhio, un po’ sembra che si stia strozzando”.
Bingo, ho pensato, ci siamo.

Perché quest’anno è proprio di uomini strozzati, in un certo drammatico senso, che vogliamo parlare.
E quando dico uomini, parlo proprio di quelli lì, che magari se leggono poesie non vanno a dirlo troppo in giro.
O non le leggono proprio, ma non per questo non sono capaci di riconoscere la bellezza di un fiore, o l’importanza della gentilezza, o l’orrore della violenza sulle donne e su chiunque.
Vogliamo parlare del grido di aiuto che a volte non sanno lanciare, ma che è lì, struggente come una rosa invernale, di quelle più belle e paradossalmente anche meno viste, perché fa troppo freddo per scendere in giardino e allora restiamocene lì, seduti in salotto, a maledire le erbacce.

Noi non crediamo che a priori “il maschio” debba chiedere scusa perché su mille ce ne sono due davvero balordi, per non dire peggio.
Non pensiamo che Biancaneve facesse la colf ai sette nani, né che il principe che la salva sia un maschilista meschino e chi sotto sotto lo continua a sognare, una bamboccia schiava del patriarcato.
Crediamo che ogni sentire sia lecito, ogni individuo diverso, che in ognuno di noi, uomo o donna che sia, esista la libertà di essere a prescindere dalle etichette che ci attaccheranno.
Crediamo fermamente nell’autodeterminazione femminile e nel diritto all’uguaglianza e al rispetto, ma non per questo riteniamo i maschi il male assoluto in questo mondo pieno di prevaricazioni e violenze, così come non pensiamo che siano le fiabe Disney a spingere le ragazze a farsi patetico oggetto sessuale nei vari TIK TOK, o amenità del genere. Anzi. Non mi pare di ricordare labbroni e tette al silicone sbattute in primo piano nei classici della letteratura o dei cartoni di un tempo.
Sarebbe il caso di chiederci quanto femminista sia questo fenomeno, piuttosto che accanirsi su fiabe di secoli fa che difficilmente influenzeranno le nostre bambine, a differenza dei mostri filtrati marshmallows che proliferano sugli schermi social.
I casi di depressione e suicidi giovanili, soprattutto di giovani uomini, sono in aumento esponenziale. E’ ormai ampiamente noto il fenomeno degli hikikomori e degli Incel, individui di sesso prevalentemente maschile.
E, paradossalmente, anche alcune deplorevoli manifestazioni di violenza sono spesso figlie di frustrazioni dovute a una sempre più marcata debolezza, altro che predominio.
Li scusiamo per questo? Certamente no. La condanna è dura e ferma, ma un atteggiamento critico è altrettanto doveroso.
Essere maschio oggi è tutt’altro che semplice, si rischia sempre di cadere in categorie e clichès, di non essere “visti” ma solo guardati attraverso la lente dei social e dell’opinione pubblica spesso condizionata dal fenomeno della polarizzazione delle idee.

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. / E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri. / Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili, / di finire alla mercé di chi ci sta di fronte. / Non ci esponiamo mai. / Perché ci manca la forza di essere uomini, / quella che ci fa accettare i nostri limiti, / che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto. / Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà. / Mi piacciono i barboni. / Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, / sentire gli odori delle cose, / catturarne l’anima. / Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. / Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore”.
Alda Merini
Chiediamo dunque ausilio, come sempre, al verso e alla letteratura per raccontare i “nostri” maschi, per dare loro voce e chissà, anche una rosa che trasformi il loro grido in canto.
PAOLA VENETO
 
APPELLO AL PUBBLICO del 25 febbraio:
Luminosi amici, il tema scelto quest’anno, “MASCHI – pure questo è amore“, ci ha portati verso una finestra nuova, socchiusa, che vogliamo invitarvi a spalancare.
Cerchiamo le vostre voci.
I vostri racconti di rose spezzate fra petto e gola, i vostri appelli all’ascolto di quanto sinora non siete riusciti a dire, magari convinti che l’alfabeto conosciuto non fosse sufficiente.
Parlateci del vostro grido silenzioso.
Maschi che siete o a cui volete parlare.
Inascoltati, allegri o disperati.
Diamo forma e voce all’emozione inaspettata, che mai più resti disattesa.
Leggeremo i vostri scritti, alcuni dei quali verranno orchestrati sulla scena nella nostra notte di poesia, insieme a letteratura e musica.
Tutti saranno raccolti in una memoria poetica che verrà pubblicata e diffusa nella nostra casa di vita e arte.
Inviateci quindi i vostri scritti entro il 15 aprile, scrivendo a direzione@anfiteatrodelvittoriale.it, con oggetto: “Più Luce! 2024”
Comunicheremo la selezione che sarà viva fiamma sul nostro palco a inizio giugno e pubblicheremo la raccolta di tutti i vostri appelli poetici subito dopo la lunga notte luminosa di rose e spine che vi vedrà protagonisti, insieme alla meraviglia dell’arte, più che mai umana e tanto vostra.
 



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