L’accento va sulla seconda a: gargà nega. È un’uva bianca della provincia di Verona. A est dà origine al Soave, ad ovest, insieme ad altre uve, è madre del Custoza. La considero una grande uva: quando viene assecondata, si adatta in maniera perfetta all’ambiente, al territorio, e consente pertanto di ottenere vini di notevole personalità . Nell’area del Soave cresce su colline di basalto e di tufo e porta con sé il carattere di quei suoli generati da antichissimi vulcani. Le colline moreniche dell’entroterra del lago di Garda hanno invece un’estrema variabilità di suoli e una considerevole ricchezza di sali, perché vennero formate dalle enormi masse di detriti trasportati per centinaia e centinaia di chilometri dai ghiacciai che modellarono il bacino del lago, in epoca antichissima: qui i vini a base di garganega sono dunque più leggeri, più freschi, quasi salati. La mela croccante, i fiori primaverili: sono questi i principali profumi dei vini nati dalla garganega. Curiosamente, nella zona del Custoza emergono anche tracce di zafferano.
Angelo Peretti
