Dirigendosi da Verona a Trento con l’autostrada, la strada statale o la ferrovia, non si può non notare sulla sinistra, adagiato sulle balze collinari di Sabbionara d’Avio e dominante la Vallagarina e il fiume Adige, il maestoso complesso castellano di Avio. Citato per la prima volta dalle fonti scritte nel 1053, con il nome di Castellum Ava, è costituito da tre cinte murarie che ne formano il sistema difensivo e presenta ben 5 torri, tra cui la cosiddetta picadora dove in passato venivano eseguite le condanne capitali per mezzo dell'impiccagione. Quest’ultimo corpo di fabbrica è attualmente ancora nelle disponibilità della famiglia dei proprietari conti di Castelbarco Pindemonte Rezzonico, che nel 1977 donarono l’intero complesso al FAI. Entro le mura le vie sono delimitate da muri, terrazzamenti, passaggi coperti e torri aperte. Attorno al potente mastio, forse della fine dell’XI secolo, si trovano numerosi edifici, tra cui la Cappella, il Palazzo Baronale, la Casa delle Guardie e la Casa d'Amore, all'ultimo piano del mastio, che conservano mirabili affreschi trecenteschi.
B. P.
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