Museo di Salò
Il MuSa viene inaugurato nel 2015 ponendosi come obiettivo centrale quello di costituire un luogo in cui raccogliere e comunicare l’identità della città, i suoi tesori e il suo contributo alla storia nazionale. Il percorso museale è costituito da nuclei eterogenei fra loro che si innestano in una filigrana a comporre la storia di Salò e vivono in continuo dialogo con la città. Contemporaneamente ci si è accorti che il museo poteva ambire ad un’apertura di respiro internazionale in un luogo di grande passaggio quale è il Garda e quindi, da aprile del 2016 è allestita la mostra Da Giotto a De Chirico. I tesori nascosti a cura di Vittorio Sgarbi. Sempre al critico d’arte è stata affidata la curatela di Si può scolpire l’anima? e Il grande tour dei fotografi all’Expo 2015. Al terzo piano del museo è visitabile inoltre la mostra Il culto del Duce (1922-1945). L’arte del consenso nei busti e nelle raffigurazioni di Benito Mussolini, ideata dal professor Giordano Bruno Guerri.
Il primato di Salò
Durante il dominio veneziano (1426-1797), Salò impose il proprio primato sulla Comunità di Riviera attraverso una politica culturale e artistica costantemente indirizzata all’eccellenza della pieve, ricostruita a partire dal 1453. Il museo espone opere di pregio, tra cui il tesoro di codici miniati acquistati dal Comune per la pieve nel 1448 e dipinti per i palazzi del Comune e del Provveditore veneziano.
Gasparo da Salò
Ampio spazio è dedicato alla figura di Gasparo da Salò (1540-1609), celebre liutaio. Il ruolo decisivo di Gasparo nell’elaborazione del violino viene riconosciuto dai liutai del Settecento, dai collezionisti e da D’Annunzio, che al suo mito si ispira per ideare la Coppa del Liutaio realizzata da Renato Brozzi nel 1924 e qui esposta. La sezione intende inoltre rappresentare la grande tradizione della liuteria bresciana attraverso prestigiosi depositi che si affiancano allo straordinario Contrabbasso Biondo di Gasparo (1590 circa).
Tra gli Imperi e la Mitteleuropa
È qui raccontato il tormentato periodo tra la caduta della Serenissima (1797) e la fine del dominio austriaco (1859), che porta a Salò la perdita del proprio primato e un profondo rinnovamento. Illustrano in maniera eloquente questa stagione il letto da campo di Napoleone e le testimonianze della centralità di Giuseppe Garibaldi per la Salò postunitaria. La vitalità artistica della città emerge grazie alle opere di Vantini, Landi, Mucchi, Bertolotti, Zanelli che restituiscono i volti della società salodiana tra fine Ottocento e anni Venti, quando la città si affaccia sulla scena europea come luogo di villeggiatura e come palcoscenico del vivere inimitabile di d’Annunzio.
L’osservatorio meteo-sismico
Dal 1877 al 2004 l’ex-collegio di Santa Giustina ha ospitato l’osservatorio meteo-sismico. La collaborazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha consentito il recupero e l’esposizione del notevole patrimonio di strumenti ottocenteschi e di primo Novecento e il riallestimento dell’osservatorio di sismologia, con gli strumenti e le attrezzature originali fornite dall’INGV per il rinnovamento e aggiornamento della stazione sismica negli anni ‘40 del Novecento.
Repubblica Sociale Italiana
Al ruolo della memoria nella storia contemporanea è rivolta la sezione con le testimonianze relative ai 600 giorni della Repubblica Sociale, che racconta da angolazioni inattese il dramma della guerra civile. Uno scarto rispetto agli abituali modi di ricordare un periodo doloroso che, senza falsi revisionismi, viene restituito nella sua interezza, con la speranza di aprire uno squarcio di verità per un futuro più sereno e più condiviso.
La Civica Raccolta del Disegno
Nel MuSa è confluito il grande fondo grafico della Civica Raccolta del Disegno, fondata a Salò nel 1983 per documentare attraverso il disegno l’arte italiana dal secondo dopoguerra. I 670 fogli consentono di ripercorrere le vie dell’arte italiana del secolo scorso: dai grandi maestri del primo Novecento quali De Pisis, Licini, Fontana, fino a espressioni più recenti.
Museo del Nastro Azzurro
L’Istituto del Nastro Azzurro nasce nel 1923. Le raccolte comprendono testimonianze e documenti dei decorati salodiani e non, reliquie risorgimentali, armi e uniformi provenienti dai fronti delle Guerre Mondiali. Il museo è di proprietà della Federazione della Provincia di Brescia del Nastro Azzurro che lo gestisce. Le raccolte, finora esposte a palazzo Fantoni, sono state trasferite nel 2015 per agevolarne la fruizione. Alcuni cimeli sono stati concessi in deposito al MuSa e sono visibili nel percorso museale.
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Il museo del Nastro Azzurro è l'istituto che riunisce i decorati al Valor Militare ed è stato fondato a Salò, per volere del cav. L[...]
Il Museo fu costituito nel 1934 dal pittore Anton Maria Mucchi - Ispettore Onorario dei monumenti, scavi e oggetti d’antichità â[...]